Vittime: Maria Aurora
Berbel Guindos

Nata a Fiñana, Almeria, il 15 febbraio del 1903. “Mia nonna morì nel bombardamento del 17 marzo del 1937. Era una casalinga ed era sposata con un carabiniere, di stanza presso la caserma di Carrer de Sant Pau. La bomba cadde nel cortile della caserma. Quando iniziò il bombardamento era uscita per cercare olio e venne ammazzata. Aveva 35 anni e cinque figli. Il più grande di undici anni,mentre il più piccolo non arrivava i due. Mia madre aveva sei anni e non poté vederla morta, ma suo fratello maggiore, sì”, ci spiegava Aurora Gilabert da Siviglia. Abbiamo intervistato i suoi cugini di Barcellona.

Il marito tardò due giorni per venire a conoscenza della tragedia. Quando chiese il permesso per tornare, i suoi superiori gli proibirono di recarsi in una zona repubblicana. Nel frattempo, una sorella nubile di Maria Aurora prese i nipoti e li affidò ai vari familiari. Continuarono ad avere contatti, ma passarono 20 anni prima che alcuni di loro potessero rivedersi.

Maria Aurora Berbel Guindos con Silvestre Fernández Villegas, in divisa da carabiniere.

Anche il marito era di Fiñana ma, nonostante dal 1930 fosse stato destinato a Barcellona, in quei giorni si trovava a Larraix (Marocco). "Quando cadde la bomba, i due figli più grandi, Manolo e Maria, erano a scuola, a La Salle. Sentendo l'esplosione e l’edificio che tremava, mio padre – racconta Rafa Fernández – prese per mano sua sorella Juana, il piccolo in braccio e scese in cortile. Per poter uscire dovette quasi passare sul corpo della propria madre, che riconobbe dal vestito a fiori e perché portava l’oliera, che era particolare, mentre sua sorella gridava 'mamma, mamma’".

BTVDatalab ha consultato i registri dei pompieri e i rapporti ufficiali sui bombardamenti e i condomini colpiti della “Junta Local de Defensa Passiva” di Barcellona presenti nell’Archivio Municipale Contemporaneo di Barcellona, e non è stata trovata nessuna menzione riguardo la bomba della caserma dei carabinieri di Carrer de Sant Pau. Però nella cartina della sezione corrispondente degli anni 1928-1934, abbiamo potuto constatare che la caserma si trovava nel medesimo luogo dove ora si trova quella della Guardia Civile, che assorbì il corpo dei carabinieri negli anni quaranta.

Abbiamo anche verificato che caddero delle bombe sulle vie Carretas e Riereta, parallele tra loro e vicine alla caserma. Per l’ennesima volta, abbiamo comprovato quanto è difficile trovare informazioni dettagliate e complete relative alla Guerra Civile Spagnola.

Silvestre fu condannato a morte per diserzione, anche se poi la pena venne commutata e visse fino al 1988. “I miei cugini di Barcellona mi dissero che c’era una mostra a Barcellona sui bombardamenti della Guerra Civile," spiega Aurora da Siviglia. "Vidi il nome di mia nonna nella lista delle vittime con la data del bombardamento. Scrivendo poi al Cimitero di Barcellona, ebbi la conferma che era sepolta al Fossar de la Pedrera.”

Josep Fernández Berbel, il figlio più piccolo, poco prima di rimanere orfano.

[Foto per gentile concessione dalla famiglia Fernández. Ringraziamenti: Aurora Fernández, Rafa Fernández, Aurora Gilabert e Jordi Fernández]