Primo bombardamento navale
con vittime: 13 febbraio 1937
Le sirene si erano sentite quattro volte in precedenza. Nel porto stazionava una nave o un sottomarino nemico. Però nel quartiere di Gracia e nella parte alta del Passeig de Sant Joan nessuno si aspettava di sentire l’esplosione e il ruggito feroce delle bombe che risaliva dal mare verso l’Eixample un sabato sera. L’allarme suonò alle 21.45, già troppo tardi.
Il primo bombardamento con vittime mortali a Barcellona vide 70 bombe sparate dall’incrociatore della Marina italiana Eugenio di Savoia. La popolazione fu presa totalmente alla sprovvista. "Si doveva colpire il centro della città”, rivela un rapporto segreto del Ministero della Marina di Roma (vedi lettera c) .
Pagina 1 del rapporto segreto della Marina italiana sulla missione dell’incrociatore Eugenio di Savoia. Al punto c) si dice: "Si doveva colpire il centro della città".
[Per gentile concessione del THG]
Il passo è citato e tradotto da Josep M. Contel nel libro Gràcia, temps de bombes, temps de refugis (Taller d'Història de Gràcia). Questo attacco venne attribuito al Canarias, dell’esercito di Franco, che navigava verso Cadice. Inoltre si diceva che l’obiettivo era la fabbrica Elizalde, che rimase intatta. Riproduciamo un frammento del rapporto:
"Si sparano raffiche successive di 7-8 cannonate per raffica, con fuoco ben regolato e granata esplosiva [...]. Dopo 4 minuti e 45 secondi partono nuove raffiche. Il lancio provoca effetti tangibili. Si osservano incendi e grandi nubi di fumo. Crediamo che tutti i proiettili siano esplosi. Dopo la nona raffica, per evitare che deviazioni accidentali colpiscano la zona neutrale e anche che eventuali navi presenti nella zona possano riconoscerci, e dato che i fari ne illuminano qualcuna, ordino il cessate il fuoco e cambiamo direzione, allontanandoci alla velocità di 30 miglia [...]. La nostra disciplina di fuoco è stata ottimale, e così pure il comportamento del materiale, eccezion fatta per la deviazione di un cannone, prodotta dall’inceppo del meccanismo di innesco. Sono state lanciate 70 bombe."
L'attacco causò le prime 18 vittime delle più di 2.700 causate in totale dai bombardamenti negli anni della Guerra Civile. Fu in prima pagina su tutti i giornali e il giorno successivo si tennero funerali ufficiali con grande partecipazione di pubblico. Tutti supponevano che si trattasse di un fatto isolato. Purtroppo, fu solo l’inizio. Nessuna delle altre vittime ebbe un funerale simile.
Osservate la distruzione della città in Barcellona: tempo di bombe.
Navigate per la mappa dei bombardamenti e dei rifugi.
Effetti del bombardamento (13 febbraio)
Le bombe lasciarono in parziale rovina gli edifici delle vie Bailèn, Consell de Cent, Còrsega, Martí Vilanova (ora Ciutat de Granada), Mutualitat (ora Pare Claret), Nàpols, Perill, Perla, Tordera, Torrent de l'Olla e Torres; e ne danneggiarono altre.
Funerali per le vittime del bombardamento (16 febbraio)
"I feretri erano stati foderati all’interno con zinco e avevano un coperchio di vetro; esternamente erano rivestiti di velluto ricamato, con maniglie e applicazioni d’argento e altri adorni di metallo. Dietro ogni bara camminavano la famiglia, gli amici e i vicini, portando le corone di fiori che non era stato possibile introdurre nelle automobili. La rappresentanza ufficiale era guidata, tra gli altri, dal presidente della Generalitat, Lluís Companys, dal sindaco di Barcellona, Carles Pi i Sunyer; dai ministri della Generalitat; (...)" (Gràcia, temps de bombes, temps de refugis, p. 47)
Manifestazione di donne contro la guerra (19 febbraio)
[Foto: Carlos Pérez de Rozas, Arxiu Fotogràfic de Barcelona; Foto Fabbrica Elizalde: Fondazione Elizalde]