Making of

Come siamo riusciti a creare una banca dati delle 2.204 vittime e le mappe dei bombardamenti e dei rifugi? Con tecnologia e dedizione.

La banca dati, l'embrione di questo progetto, è figlia di Joan Villarroya i Font. La lista iniziale dei nomi è posta in appendice della sua tesi di laurea, “Els bombardeigs de Barcelona durant la Guerra Civil (1936-1939)”, pubblicata nel 1981. Si trattava di 2.227 linee, con le seguenti informazioni: numero di registro del libro dei Decessi dell'Hospital Clínic, nome e cognome. In 742 casi (33 %), constava anche l'età e in 1207 casi (54%) il luogo della morte. Solo in 704 casi (32 %) si davano entrambe le informazioni, che l'autore aveva verificato all’Anagrafe dei Decessi del comune di Barcellona.

Originalmente, il libro fu scritto a macchina e non esisteva alcuna versione digitale del testo. Abbiamo scansionato la pagine che ci interessavano per averle in formato PDF, e quindi le abbiamo trasformate in testo con un’applicazione OCR (riconoscimento ottico dei caratteri),.

Abbiamo raccolto le informazioni in un foglio elettronico per facilitare le ricerche. A questo scopo abbiamo creato un semplice programma in linguaggio python, che consentisse di individuare ciascuna linea di testo, separarla dalle altre a seconda del tipo (identificatore, nome, cognome 1, cognome 2, età, ubicazione) e quindi riversare le informazioni in un formato adeguato, che in questo caso era json.

Una volta ricavato l’elenco, restava da completare la parte più laboriosa: correggere e rifinire i dati, confrontando uno a uno i 2.227 elementi della banca dati con le informazioni del libro, alla ricerca di errori sia già presenti in origine che risultanti dal processo di digitalizzazione.

Revisionando gli elenchi nel BTVDatalab

Nella banca dati di Villarroya c’erano 2.227 record di vittime dei bombardamenti avvenuti tra il 7 dicembre 1937 e il 5 febbraio 1939. "È solo a partire da quel momento che accanto al nome della vittima comppare la dicitura vittima di un bombardamento", scrive Villarroya. Quando l’abbiamo intervistato, abbiamo chiarito alcuni dubbi su vari documenti, e abbiamo eliminato il record numero 3.553 perché non risultavano dati nel libro e nei documenti originali. Dei restanti 2.226, 1.896 erano identificati e 330 sconosciuti.

Ci mancavano informazioni sulle vittime dei bombardamenti avvenuti tra il 13 febbraio e il 15 ottobre 1937. Perciò, abbiamo aggiunto i dati relativi a questo periodo ricavandoli dall’elenco di vittime riportato in “Barcelona bombardejada” (Memorial Democràtic), proveniente a sua volta dal progetto El cost humà de la Guerra Civil, del Centre d'Història Contemporània, che instancabilmente, da oltre 30 anni, cerca i documenti conservati in posti quali l’Anagrafe, l’Archivio dell'Hospital de Sant Pau e dell'Hospital Clínic, il Tribunal Superior de Justícia de Catalunya, i registri dei cimiteri, l’ Arxiu Municipal Contemporani, i Tribunali e il Centre Documental de la Memòria Històrica a Salamanca.

A questo punto avevamo le banche dati Villarroya/El cost humà/Memorial. Avevamo altri 178 nomi, per un totale di 2.404 record. Dopo un nuovo confronto con El cost humà, abbiamo aggiunto il campo dell’età, che ci mancava, per i 225 casi di omonimia.

Al momento di pubblicare questo progetto, la banca dati raccoglie i 2.404 record delle vittime che erano in nostro possesso all’11 maggio 2016. Resta da completare la revisione manuale record per record della nostra banca dati per confrontarla con quella de El cost humà.

Per visualizzare i dati, Barcelona: temps de bombes e la mappa interattiva di bombe e rifugi, abbiamo usato le mappe di Perill de bombardeig, di Santiago i Elisenda Albertí. Abbiamo posizionato 93 esplosioni provocate dai 19 bombardamenti più devastanti inserendole una a una, manualmente: le abbiamo individuate su Google Maps, ne abbiamo copiato le coordinate geografiche in un foglio elettronico e abbiamo creato una nuova mappa con tre livelli.

È stato un lavoro di gruppo davvero intenso.

I livelli sono: la pianta della città realizzata da Vicenç Martorell del 1930, dell'Arxiu Històric de la Ciutat de Barcelona, la mappa attuale e l’immagine da satellite. Vi abbiamo aggiunto l’ubicazione dei rifugi catalogati dal Comune di Barcellona nella sua Carta Arqueològica Municipal, grazie agli elenchi consultabili. Risultano in totale 1.354 rifugi, tra i quali abbiamo evidenziato i 14 che conosciamo meglio (grazie al blog di Josep M. Contel).

Abbiamo usato la libreria LeafletJs, che permette di creare mappe interattive, e la libreria PopcornJs per sincronizzare il video – creato con immagini ordinate cronologicamente (nei limiti del possibile, dato che alcune non hanno una data precisa).

[Foto di copertina: Christian Colen, Flickr]