Vittime: Lluís Segalà Estalella

Forse avete letto dei testi di Lluís Segalà senza saperlo. Titolare della cattedra di lingua e letteratura greca presso l’Università di Barcellona è conosciuto per le sue traduzioni, in particolare le "Obres completes d'Homer" (1927), con 'L’Odissea' e l’Iliade' (1908). "Per più di cinquanta anni, fino alla valanga di traduzioni classiche degli anni ’80, Omero ha parlato in spagnolo attraverso la bocca di Segalà”, dice il Catalogus Philologorum Classicorum. Ancora oggi sono disponibili in mercato 36 delle sue 7 traduzioni, secondo la banca dati dell’ISBN.

Josep Carner elogiò la sua traduzione dell’ ‘Iliade’ su 'La veu de Catalunya', e si rammaricò che non si trattasse di una traduzione in catalano. Tre anni più tardi, sotto gli auspici della Lega Regionalista, Segalà intervenne nei programmi pedagogici della provincia di Barcellona e pubblicò nel Catalogus Philologorum Classicorum una traduzione in catalano dei versi 204-246 del primo canto dell’ 'Iliade'.

Traduzione dell’Iliade realizzata da Lluís Segalà. [Gazophylacium, Wikimedia Commons]

Nato il 21 giugno 1873 a Barcellona, studiò sia Filosofia e Lettere che Diritto presso l’Università di Barcellona. Discepolo di Menéndez Pelayo, nel 1895 si laurea nei due corsi di studi. Professore della stessa università fin da quel 1895, quattro anni dopo si spostò a Siviglia dove ebbe la titolarità della cattedra di greco antico. Tornò a Barcellona nel 1906. Nel 1911 fu uno dei fondatori della sezione di filologia dell’Institut d'Estudis Catalans.

Presiedette dal 1916 la Reial Acadèmia de Bones Lletres di Barcellona. Diresse anche l’Accademia di Catalogna. Allo scoppio della Guerra Civile fu rimosso dall’insegnamento universitario con l’accusa di non essere sostenitore del regime repubblicano.

Aveva compiuto quasi i 65 anni quando morì nel bombardamento del 17 marzo 1938. Una bomba cadde nel suo appartamento pieno di libri, sito all’angolo tra Gran Via e carrer Balmes. 'La Vanguardia' riportò la notizia.

[Foto di copertina: Universitat de Barcelona]

[Foto: Carlos Pérez de Rozas, Arxiu Fotogràfic de Barcelona]